Fusione Argento

L’argento, simbolo Ag (dall’abbreviazione del latino Argentum) e numero atomico 47, è un metallo di transizione tenero, bianco e lucido; l’argento è il migliore conduttore di calore ed elettricità fra tutti i metalli, e si trova in natura sia puro che sotto forma di minerale. Si usa nella monetazione, in fotografia e in gioielleria, in cui è protagonista di un’intera branca, l’argenteria, che riguarda coppe, cuccume, vassoi, cornici e posate da tavola.

Processi fusione argento

I minerali d’argento sono generalmente associati ad altri minerali soprattutto di piombo e rame; da questi è possibile estrarre come sottoprodotto l’argento se il suo tenore supera le 20 ppm circa. Metallo nobile conosciuto fin dall’antichità, per fondere l’argento esistono 3 processi:

  • cianurazione,
  • amalgamazione
  • e disargentazione (il più comune).

Tra questi quello più utilizzato è il processo di disargentazione tramite il processo Parkes. 

Processo Parkes

Questo processo si basa sulla solubilità nulla dell’argento nel piombo. In questo processo l’argento viene estratto mediante aggiunta di circa il 2% di zinco alla massa fusa. Si forma una lega contenente praticamente tutto l’argento e lo zinco e una limitata quantità di piombo. Tale lega solidificando si separa facilmente dal piombo fuso sottostante.

Lo zinco viene allontanato dalla lega per distillazione, e il residuo, contenente circa il 10% di argento, viene sottoposto a coppellazione, cioè fuso in un forno a riverbero nel quale viene immessa una forte corrente d’aria. Tutto il piombo si ossida a litargirio (PbO), che si separa in superficie come scoria e viene allontanato (e riciclato per la riduzione a piombo), mentre l’argento (ed eventualmente altri metalli nobili come oro, platino, palladio, rodio, osmio, iridio), che non si ossida, viene separato e successivamente raffinato per via elettrolitica.

La cianurazione

Questo è un processo idrometallurgico con il quale attraverso diverse fasi di filtrazione si ottiene una lega composta essenzialmente di argento e da una piccola parte di zinco. In seguito l’argento viene raffinato ulteriormente fino ad eliminare completamente tutte le scorie ed ottenere così un metallo puro al 99,9%.

I metalli fusi si versano in staffe di diverse forme e dimensioni a seconda dei casi. Preferibili sono le staffe verticali di ferro piallato e cioè lisce. La staffa va riscaldata e unta prima di versare il metallo. Bisogna tenerla sul forno acceso sino a quando non abbia raggiunto la giusta temperatura, tale da essere appena sopportata dalla mano.

Dopo la fusione

Dopo la fusione, le staffe saranno poi pulite e ingrassate di nuovo. Sono poi necessarie tenaglie o molle da carbone, bastoncini di grafite e altri di terra refrattaria, per mescolare i metalli liquefatti. Ci sono poi i crogiuoli, recipienti in materiale refrattario che servono per la fusione dei metalli. I più comuni sono i piattelli di Parigi, formati in terra refrattaria, bianca, di buona resistenza. Possono avere una forma a bicchiere, tricorno e cono rovesciato.

L’argento deve fondersi a giusta temperatura, per evitare che si gonfi nel crogiuolo o si proietti nel versarlo. Se si aggiunge salnitro per purgarlo, è necessario rifonderlo con un pezzo di cremortartaro, Una volta liquefatto è possibile colare l’argento in varie forme decorative come mattonelle, lingotti, verghe e fogli.

I ferri del mestiere possono lasciare tracce che minano la nitidezza di forma dell’argento. I segni devono essere asportati con pietra pomice. Possono inoltre essere cancellati con panni o spazzole rotanti che levigano e puliscono le superfici.

La coloritura avverrà con un lieve deposito galvanico d’argento puro sull’oggetto in modo che acquisti uniformità. La lucentezza nelle superfici sarà ottenuta attraverso paste e panni di particolar fattura.

Argento

Simbolo Ag
Punto di fusione: 961,78 °C
Peso atomico: 107,8683
Configurazione elettronica: [Kr]4d10 5s1
Numero atomico: 47
Punto di ebollizione: 2162 °C

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